OMELIA PER LA FESTA PATRONALE

durante la Messa di domenica 13 maggio 2018
a Cerchiate di Pero

 

Anche oggi la Parola di Dio ci invita ad andare oltre, a superare e superarci, per arrivare fino al Signore, perché è lì che dobbiamo tutti arrivare, lì è la meta di tutti.

Vediamo però di capire oltre che cosa siamo invitati ad andare.

Ci aiuto, oltre alla Parola di Dio, le coppie che oggi festeggiano con noi il loro anniversario di Matrimonio.

 

  1. Anzitutto dobbiamo imparare ad andare oltre l’esperienza, oltre quello che vediamo, sentiamo, tocchiamo.

Paolo parla con il discepolo Timoteo di un “grande mistero della religiosità”. La religiosità è precisamente la capacità di andare oltre la nostra esperienza. Paolo allude infatti all’uomo Gesù si Nazareth che si è “manifestato nella carne umana”, cioè è stato oggetto dell’esperienza umana, è stato visto, ascoltato, toccato concretamente, ma poi è stato “elevato nella gloria”, cioè è risorto, ma questa sua gloria sfugge alla nostra esperienza, va oltre quello che vediamo…

La religiosità nasce proprio quando ci accorgiamo che non esiste solo là nostre esperienza, ma c’è molto di più. Così un cielo non è solo l’atmosfera che si illumina alla luce del sole, ma anche un richiamo a qualcosa di più alto è desiderabile, la cura che esiste versi figli non è solo un alimentare o allevare i più piccoli, ma è una manifestazione d’amore, che sta sempre oltre la nostra esperienza.

Impariamo da subito, fin da piccoli ad andare oltre l’esperienza è leggere in ogni cosa che vediamo o tocchiamo significati e valori più alti che danno senso alla vita. È l’importanza della famiglia che è chiamata a essere la prima a insegnarci che l’esperienza non basta, ma dobbiamo andare oltre riconoscendo in tutto ciò che sperimentiamo significati sempre più grandi.

 

  1. Poi possiamo imparare ad andare oltre il caso, oltre le cose ci capitano, oltre la sorte buona o cattiva, oltre la fortuna o la sfortuna.

Gli Atti degli Apostoli raccontano che dopo l’ascensione di Gesù al cielo, gli undici discepoli sono tornati a Gerusalemme e, nel Cenacolo, in attesa del dono dello Spirito santo, hanno deciso di ricostituire il numero di dodici (dopo il tradimento di Giuda). Per scegliere chi ammettere tra gli apostoli, hanno individuato due fedeli, e hanno poi tirato a sorte.

Tante cose nella vita succedono per caso, capitano, ma potrebbe capitare anche il contrario, i discepoli hanno riconosciuto nella casualità di una sorteggio, l’occasione per costruire il progetto di Dio.

Spesso, o forse sempre, il progetto di Dio si costruisce così: tante situazioni dovute alla casualità diventano occasioni per impegnarci nell’amore. Capitano tante cose belle o brutte nella vita, in ciascuno Dio ci offre l’occasione per amare. Non dobbiamo lasciarci schiacciare dalla sfortuna, né adagiarci sulla fortuna, ma cercare sempre di capire che cosa il Signore ci propone di vivere sia nel bene che nel male, capire come amare. Questo significa andare oltre il caso.

Molte storie d’amore sono iniziate proprio così: un incontro più o meno casuale, ma da quell’incontro il Signore ha costruito la sua storia e noi con Lui.

 

  1. Infine impariamo ad andare oltre noi stessi, oltre i nostri piccini interessi, oltre la nostra vita.

Nel vangelo Gesù sta pregando, dopo l’ultima cena, aver lavato i piedi ai discepoli e parlato a lungo con loro, prima di uscire verso il Getsemani, dove lo avrebbero preso per ucciderlo, Gesù apre il suo cuore al Padre, con affetto intenso gli affida i discepoli stessi. Non prega solo per sé, prega per gli altri, per chi verrà dopo.

Spesso cerchiamo solo vantaggi immediati, cercando di ottenere tutto e subito: siamo bloccati sul presente e incapaci di progettare.

Ma – come ci insegna Papa Francesco – il tempo è superiore allo spazio, ed e più importante innescare processi che conquistare subito qualcosa.

Non è da cristiani dimenticarci di chi viene dopo. Ogni buon credente si accorge subito dell’importanza di pensare al dopo, quando lui non ci saranno più. È importante lasciare il mondo meglio di come lo abbiamo trovato, per chi verrà dopo di noi.

Questo significa andare oltre noi stessi. Così si cresce, così la storia diventa un vero progresso, così camminiamo verso il Signore.