Omelia per festa del Sacro Cuore di Gesù

Il cuore è la parte centrale di una persona. Parlando di “cuore” di solito intendiamo molto di più di un muscolo e qualcosa di molto più profondo dei nostri sentimenti. Possiamo parlare di cuore per indicare il centro di una persona, il “nostro” centro, per esprimere la nostra verità più profonda, la nostra identità.

Il cuore di Gesù dice la sua verità e identità. L’identità di Gesù è quella divina. Ora, Dio è amore. Perciò il nucleo più profondo di Gesù è l’amore. Nel Vangelo oggi Gesù mostra il suo cuore che accoglie tutti, conforta chi è stanco e oppresso, sostiene e rafforza. La concretezza estrema dell’amore di Gesù è la croce, perché lì tocchiamo l’amore che arriva fino in fondo, lì si manifesta pienamente il cuore di Gesù, trafitto da una lancia!

Io vorrei guardare oggi, attraverso il cuore di Gesù, il nostro cuore. Vorrei fermarmi un po’ a contemplare il cuore di ciascuno di noi e quello di tutti noi insieme come comunità e come popolo.

Mi affascina la pagina del Deuteronomio. Mosè ricorda al popolo di Israele che la sua verità, il suo cuore, è di essere popolo “di Dio”. Questo popolo non è nulla, in sé, non vale niente. Tutto il suo valore è di essere amato dal Signore. Per questo è stato liberato dalla schiavitù! Il suo cuore, la sua verità, la sua identità consiste nell’essere popolo amato da Dio.

Immagino l’orgoglio degli Ebrei, il loro sentirsi “popolo eletto”, appartenenti al popolo scelto da Dio. In forza di questo orgoglio, e sostenuto da questo amore divino, il popolo ebraico ha attraversato secoli di storia e si presenta ancora come eccellenza.

Non solo per gli Ebrei, ma è tipico di tutti gli uomini un senso di appartenenza: è il bisogno di appartenere a un gruppo, una comunità, un popolo. Il senso di appartenenza è presente già nei bambini, ma tocca tutti: “Noi siamo quelli nati nel 1955! Noi siamo gli alpini! Noi siamo i fans di Harry Potter! Noi siamo Juventini!…”.

Si esprime in modo di solito simpatico nelle manifestazioni sportive internazionali. In genere lo sport diventa facilmente luogo in cui mostrare un senso di appartenenza, come se attraverso un campione vincessimo tutti noi che in qualche modo apparteniamo alla stessa categoria.

Nei mesi di emergenza sanitaria sono stati lanciati numerosi messaggi che incitavano all’orgoglio di sentirci italiani. Lo stesso sentimento potrebbero provarlo — e di fatto Io provano — altri popoli.

A volte questo senso di appartenenza può diventare pericoloso. Lo manovrano bene i potenti per raccogliere consensi e rafforzarsi. Siamo ancora stupiti di quanto male abbia potuto provocare il senso di appartenenza alla razza ariana. Facilmente collegato con questo orgoglio è il razzismo, che giunge a disprezzare chi è diverso o, addirittura, chiunque sia diverso.

Esiste anche un senso di appartenenza alla Chiesa: noi siamo i cristiani, i credenti in Gesù. Spesso diventano anche disprezzati: quelli che vanno in chiesa, i bigotti… in tante parti del mondo sono ancora discriminati e perseguitati. Il fatto è che questo disprezzo è facilmente giustificabile con la nostra incoerenza.

Ma qual è l’identità di noi, cristiani? Qual è la nostra verità? Il nostro cuore? Il nostro cuore, quello di tutti noi e di ciascuno di noi, è il cuore di Gesù!

Il cuore di Gesù, che è — o deve diventare — il nostro cuore è un cuore che non discrimina mai nessuno. È il cuore che sa di essere una nullità a causa del proprio peccato, ma di essere toccato dall’amore misericordioso di Dio.

Il nostro cuore, quando è come quello di Gesù, sa che questo “privilegio” non lo separa da tutti gli altri, non lo rende superiore, ma lo responsabilizza perché in tanti —possibilmente tutti — siano raggiunti e toccati dallo stesso amore. In altre parole, il nostro cuore è un cuore missionario.

Il nostro cuore è e deve diventare sempre più come il cuore di Cristo: un cuore che cerca i cuori, che non si lascia ingannare dagli stereotipi, dai pregiudizi, dagli schemi mentali. È un cuore che legge dentro, che cerca il dolore, che vuole capire, ma non pensa mai di aver capito tutto.

Il nostro cuore — se vuole essere come il cuore di Cristo Gesù — è un cuore che accoglie tutti: buoni e cattivi, cercatori della verità, indifferenti e arroganti, amici e nemici, sofferenti ed entusiasti, virtuosi e peccatori… Non giudica nessuno, tutti accoglie con lo sguardo misericordioso di Dio, non si pone al di sopra di nessuno, ma accanto a ciascuno. Se una precedenza deve dare, è per gli ultimi.

Il nostro cuore — se vuole essere come il cuore di Gesù — non si riposa mai, se non in Gesù, nel Sacratissimo Cuore di Gesù!

don Maurizio