LITURGIA e VITA (di COMUNITÀ)

LITURGIA e VITA (di COMUNITÀ)

Decisi a togliere la Messa delle ore 9.00 a Cerchiate (scelta che prima o poi dovremo comunque fare), abbiamo portato come motivazione anche il fatto che, in quella celebrazione, non potevamo garantire una sufficiente qualità della liturgia: troppo poche le presenze, non si trovava nessuno disposto a condurre i canti, non c’erano i ministri dell’accoglienza oltre a quelli già impegnati in altri orari. Abbiamo chiesto perciò disponibilità negli avvisi (e anche su foglio della scorsa settimana).

Ebbene: come di incanto in una settimana sono arrivate disponibilità tali da garantire una buona celebrazione.

È un bel segno. Indica che la Comunità c’è.

Rifletto come la liturgia sia legata alla vita della Comunità. Ciò che viviamo in chiesa rimanda a quanto vivono le nostre parrocchie. Tutto parte dall’Eucaristia e tutto lì arriva: già il Concilio Vaticano II diceva che la liturgia è “fonte e culmine” della nostra vita. Penso che la Messa sia, e debba diventare sempre più, punto di partenza e punto di arrivo della vita di Comunità. Anzi, non solo della vita della Comunità, ma della nostra vita “in toto”: personale, familiare, lavorativa, sociale….

Dentro questa Comunità allargata, che trova il suo cuore nell’Eucaristia, ci stanno tutti. Non direi che questi “tutti” debbano stare ciascuno al proprio posto, ma dico “tutti” in senso dinamico, un “tutti” dove ciascuno cambia continuamente: si insospettisce, si incuriosisce, cerca, prova, impara, cresce, si entusiasma, si stanca, subisce delusioni, si arrabbia, si ritira, si apparta e si nasconde, riparte, si gioca fino in fondo…

Nella liturgia, come nella vita di comunità (e in ogni aspetto della nostra vita) c’è chi si mette in gioco fino in fondo, e rischia anche la faccia, perché ci crede, perché ha fatto esperienze belle, perché crede e rischia tutto per Gesù… A volte rischia di essere tra quei pochi che pensano di sapere più di tutti altri, che fanno da padroni, che giudicano… ma altre volte emerge la sua fede e il suo entusiasmo.

Nella liturgia, come nella vita, ci sono quelli che si rendono disponibili: che se possono fare qualcosa lo fanno, senza farsi tanti problemi, a volte senza neppure capire bene il perché. Non si impegnano in tutto, fanno la loro parte. Rischiano di limitarsi alla “fetta” del loro impegno, senza accorgersi che ci sono tanti altri che si danno da fare per tante altre cose. Ma offrono con il cuore il loro servizio.

Nella liturgia, come nella vita, ci sono persone semplici, che non osano farsi avanti, che sono spesso attente, anche se non colgono sempre proprio tutto. Sono presenze che si prestano a fare qualche servizio solo se glielo chiedi personalmente ed esplicitamente; a volte trovano qualche scusa, altre volte si tirano indietro appena possono. Non lo fanno tanto per indolenza, ma piuttosto per umiltà: si ritengono indegne. Anche loro sono parte integrante di una celebrazione e di una Comunità.

Nella liturgia, come nella vita, ci sono anche coloro che a Messa fanno fatica a venire, però si impegnano e danno sostegno o addirittura guidano tante attività parrocchiali o legate alla parrocchia. Non si rendono conto di essere legati a Gesù e di trarre forza dal suo Spirito, ma prima o poi ne prenderanno consapevolezza e loderanno il Signore, come quei benedetti che – nella famosa pagina del Vangelo secondo Matteo – hanno dato da mangiare agli affamati…

Nella liturgia, come nella vita, c’è anche chi se ne sta all’esterno e critica. Ha il dono di vedere subito il difetto, ciò che non funziona. Non sempre lo fa notare, ma dentro vorrebbe che le cose fossero diverse. Entra, sì, a volte, nelle nostre chiese, così come partecipa, a volte, a momenti comunitari. Ma poi si ritira. Forse inconsapevolmente aspetta che qualcuno lo cerchi e gli voglia bene.

Nella liturgia come nella Comunità c’è chi… non c’è! Non viene a Messa e non si sente invitato a momenti di vita ecclesiale. A volte si definisce un “credente non praticante”. Più spesso è uno che non ha tempo di partecipare. Però non critica, anzi mostra un certo interesse e sinceramente desideroso di una bella Comunità, anche se raramente si sente coinvolto.

Per quanto vi sembri strano, nella liturgia, come nella vita, ci sono anche quelli che non vogliono aver a che fare con la chiesa o che non si ritengono credenti. Da noi spesso sono stati comunque battezzati e hanno fatto Prima Comunione e Cresima, ma non si lasciano affascinare da Gesù. A volte dialogano con saggezza, altre volte criticano la chiesa (spesso con frasi fatte e idee preconcette). Ma anche loro sono raggiunti da questo movimento che parte dall’Eucaristia e all’Eucaristia ritorna. Perché Gesù è morto per tutti e tutti noi siamo parte dell’unica umanità. Per questa umanità esiste la Chiesa, perché tutti abbiano la possibilità di essere toccati dall’amore di Dio in Cristo Gesù.

La casistica che ho provato a descrivere è certamente più articolata e variegata. Nessuno coincide precisamente con una o un’altra categoria che ho descritto, ma tutti scivoliamo tra vari modi di partecipare alla Messa e altrettanti vari modi di vivere.

Tu, oggi, come vivi l’Eucaristia?

don Maurizio