DOMENICA PRENATALIZIA

DOMENICA PRENATALIZIA

Il testimone d’amore accoglie l’amore

Affascinante anche questa liturgia tutta protesa verso l’imminente Natale che è già tra noi. La percezione è quella di uno sforzo estremo, durissimo, per poter dire l’amore, per poterlo realizzare, o meglio, per vederlo realizzarsi.

Il testimone d’amore vive questo sforzo, per poter davvero accogliere l’amore.

Rileggiamo insieme le letture proposte per capire meglio.

 

  1. Il Vangelo appare un po’ noioso con tutti questi nomi, per lo più strani, che si succedono. In realtà quei nomi sono persone, uomini (e quattro donne) che hanno una vissuto concretamente. Sono stori. Molte sono note dalla Bibbia. Altre sono rimaste nell’oscurità, ma non per questo sono reali. Non sono eroi, non sono eccezionali, anzi, non mancano persone che hanno fatto grandi errori e hanno peccato. Forse non meriterebbero neppure di essere ricordati. Ma tutti potrebbero essere considerati gli antenati di Gesù. “Potrebbero” perché in realtà sono gli antenati di “Giuseppe, lo sposo di Maria dalla quale è nato Gesù”. Ma Gesù ha comunque a che fare con loro, così come ha a che fare con tutti gli uomini e le donne, bravi o meno bravi, santi e peccatori, perché lui porta l’amore per tutti.

È così che il testimone d’amore accoglie l’amore, portandolo in mezzo a chiunque e proponendo a tutti di ripartire secondo la logica dell’amore. Il testimone d’amore non dice mai: “Con quello lì io non voglio avere a che fare perché è un farabutto”. È invece consapevole di essere anche lui un peccatore, ma, raggiunto dall’amore di Dio, riparte. Tanto meno il testimone d’amore si lascia condizionare da chi appartiene a partiti diversi o ad altre razze. Lui sa che c’è una possibilità d’amore per tutti.

Lo sforzo del testimone d’amore è dunque quello di abbattere le numerose barriere, divisioni e frammentazioni che noi continuamente innalziamo.

È lo sforzo di chi non si rassegna a un mondo segnato dal peccato, non lo ritiene irrimediabile, ma riparte sempre.

 

  1. Anche la lettura di Isaia è affascinante. Il profeta esprime lo sforzo del Signore Dio che non tacerà e non riposerà finché non si sarà realizzata la giustizia, cioè finché la volontà di Dio (che è l’amore) non sia diffusa sulla terra portando così la salvezza. È uno sforzo: infatti il Signore non cede, non smette d’amore, non si rassegna mai. E noi, chiamati a essere testimoni d’amore siamo chiamati a fare o stesso.

Il Signore – dice il profeta – vuole cambiare il nome del suo popolo, cioè dargli un nuovo destino, un nuovo valore: il popolo di Israele è come una popolazione non più abbandonata o devastata, ma destinata alla gioia!

Il profeta riprende anche un’immagine fortissima: dice che Dio vuole “sposare” il suo popolo, vuole creare un legame indissolubile per costruire un rapporto intimo ed eterno nonostante le sue infedeltà, vuole gioire con il suo popolo.

Penso che queste promesse ora Dio le rivolga a tutta l’umanità: da Israele – che mantiene il primato – passa alla Chiesa e, da qui, a tutta l’umanità! Il testimone d’amore non si dà pace finché non ha annunciato questo amore che è davvero per tutti.

 

  1. L’epistola ci spiega meglio come tradurre nel quotidiano questo sforzo. L’apostolo Paolo scrive immaginando il ritorno definitivo di Cristo imminente. Che cosa fare?

Anzitutto dobbiamo condurre una vita gioiosa, capace di valorizzare ogni più piccolo bene per farlo crescere e sviluppare.

Poi dobbiamo perseverare in una preghiera regolare con il costante ascolto della Bibbia e del Vangelo. Altrimenti ci rinchiudiamo in noi stessi e nelle illusioni di questo mondo.

Infine dobbiamo continuamente operare un discernimento: Possiamo ascoltare tutti e tutto, ma dobbiamo trattenere ciò che è buono, senza soffermarci sul male e su ciò che ci fa deviare dall’amore di Dio.

Se vogliamo essere veri testimoni d’amore dobbiamo disporci completamente e totalmente, con tutte le dimensione della nostra persona (spirito, anima e corpo, dice S. Paolo) protese verso la testimonianza dell’amore.

Ogni momento potrebbe essere l’ultimo, ogni istante quello che dice pienamente che solo l’amore di Dio salva.

 

Questa Eucaristia potrebbe sembrare a molti uno sforzo. “Una messa oggi e una domani: non sembra troppo?” In realtà questo sforzo – se davvero è uno sforzo – è niente in confronto allo sforzo a cui siamo chiamati. Viviamo dunque bene questa ricchezza che ci viene proposta.

 

 

Vieni, Signore Gesù, vieni, testimone d’amore.

Vieni e insegnaci ad accogliere l’amore.
Vieni e sostieni il nostro sforzo.

Lo sforzo di chi, come te, non si rassegna al male,
non si dichiara sconfitto.
Insegnaci ad accostare ogni uomo o donna,
senza farci bloccare dal male, dalla cattiveria,
dal peccato che opprime,
Rendici anche capaci
di proporre sempre la tua dinamica d’amore.

Vieni e rinnova anche per noi
la tenacia di Dio che canta il suo amore
come unica vera giustizia
di cui il mondo ha bisogno.
Cambia il nostro destino di rovina
in una prospettiva di gioia.
Impegnati nell’amore eterno,
come quello di un giovane che sposa la sua amata
per superare insieme le tentazioni di infedeltà, sostenuti da tutti e da Dio stesso,

Vieni e rendi lieta la nostra vita,
ritmata dall’ascolto della tua parola,
capaci di ascoltare ogni cosa,
ma di riconoscere e trattenere ciò che è buono,
per essere totalmente irreprensibili
all’incontro con te.