AVVENTO 2018: CAMMINIAMO IN UMILTÀ /5

L’umiltà di Maria

Non finisce certo con l’Avvento il nostro Cammino di umiltà.

Dobbiamo creare altre occasioni per riprenderlo e per imparare quell’umiltà così necessaria per poter essere testimoni credibili del Signore oggi. Anche la Quaresima del 2019 ci permetterà di approfondire questa virtù.

Personalmente sono stato richiamato a rivedere tanti miei atteggiamenti interiori. Non so quanto riuscirò a cambiare davvero, ma non vorrei mai essere una presenza che si impone, sicura di sé e soprattutto tutta ripiegata sul far vedere il mio valore e le mie qualità. Vorrei riuscire a dare spazio, vorrei avere l’umiltà di chiedere, di riconoscere il mio bisogno: bisogno di Dio, ma anche bisogno di voi.

La figura di Maria mi stimola particolarmente. Qualche settimana fa, meditando con alcuni genitori la bella pagina evangelica dell’annuncio dell’angelo a Maria, ho avuto modo di immedesimarmi in lei e nell’angelo. Ho provato quanto potrebbe aver vissuto Maria. Ho colto dentro di me una specie di euforia. Sgorgava dal pensare alle possibilità della vita. Maria le coglieva forse sognando ilsuo futuro di sposa con Giuseppe, certamente avvertiva di essere amata da Dio. L’euforia diventa però turbamento appena Maria si accorge che un angelo entra da lei (o entra in lei), un pensiero le si insinua dentro, tocca la sua intimità più profonda, la turba e la agita, la spaventa, eppure cerca di capire, intuisce qualcosa di grande, non si sente all’altezza, ma si fida.

Anch’io ho vissuto quell’euforia. Mi sono sentito amato dal Signore e da Lui chiamato a qualcosa di importante pur senza esserne degno né capace. A volte rischio di credermi particolarmente dotato, ma la realtà mi sbatte in faccia la mia fatica e i miei errori. La virtù dell’umiltà chiede a me (così come ha chiesto a Maria) di rendermi sempre disponibile. Rinnovo così il mio impegno per il Signore e per il Regno di Dio, senza tirarmi indietro, senza temere brutte figure e giudizi, ma ripartendo costantemente dai miei errori.

E voi? E tu? Hai mai provato questa euforia? A quale particolare missione ti ha chiamato e ancora ti chiama il Signore? Ti riconosci adatto? Il Signore ha bisogno certamente anche di te, del tuo contributo, magari umile e nascosto, forse più appariscente.

La virtù dell’umiltà ci rende più disponibili al Signore, per costruire solo a partire da lui. Se invece ci ostiniamo a partire da noi, dalle nostre idee, dai nostri calcoli, o da quello che ci va, allora potremmo fare anche grande cose, ma il suo Regno resterà nascosto. Ma il mondo e tutti noi abbiamo bisogno del suo Regno, non dei nostri calcoli.

 

don Maurizio.