OMELIA PER LA NOTTE DI NATALE 2018

RIPARTIAMO DA GESÙ BAMBINO

 

Guardiamo Gesù bambino, guardiamo la sua fragilità.

Sappiamo che, in Gesù, Dio ha scelto di essere pienamente uomo. È nato come tutti, piccolo e fragile come un bambino. È morto, come tutti, in uno dei modi più vergognosi. Fermiamo questa notte il nostro sguardo sul Bambino Gesù. Possiamo certo lasciarci toccare dalla tenerezza che ogni bambino suscita. Dobbiamo però fare in modo che la nostra tenerezza non si fermi a un sospiro, un sogno, ma ispiri scelte concrete di vita. Dobbiamo considerare anche in Gesù tutta la fragilità tipica di un bambino. Basta un niente per far male a un bambino. Anche per Gesù c’è stato questo male. Lui lo ha preso su di sé, fin da bambino e anche, come sappiamo, da adulto, fino a quando lo hanno ucciso.

Basta un niente per far male a un bambino, una sola parola può rovinare una vita. Anche noi di Pero siamo stati toccati nei nostri bambini. È un fatto che ci fa male. Ma non voglio fermarmi alla cronaca, tanto meno accusare qualcuno. Non mi fermo sulle accuse e le colpe di quanto è successo, non tocca a nessuno di noi farlo, il nostro dovere è di ripartire. Voglio che questo Natale mi aiuti a capire e a prendermi le mie responsabilità, stimolando tutti voi a prendervi le vostre. Siamo tutti in qualche modo responsabili del male che si fa ai bambini e tanto altro male che si fa nel mondo. Per assumerci le nostre responsabilità vi chiedo di ripartire da Gesù Bambino.

Di che cosa ha bisogno un bambino? L’elenco potrebbe essere lungo: latte, protezione, affetto… questi sono certamente bisogni urgenti. Io vorrei soffermarmi su altre necessità che hanno tutti i bambini, anche i nostri. E vorrei soffermarmi sulle necessità di tutti i piccoli e anche dei ragazzi e dei giovani…

 

1. Un bambino ha bisogno di un amore eterno. Ha bisogno di un amore che non lo abbandonerà. Un bambino deve fidarsi e perciò, quasi istintivamente, vuole sapere che chi lo accoglie, chi gli dona il necessario, chi ha tanta premura per lui, non verrà meno. In altre parole un bambino, un ragazzo, un giovane deve sapere che l’amore eterno è possibile. Secondo qualche antropologo, il Matrimonio ha avuto inizio nell’umanità proprio per garantire ai bambini la sicurezza di una amore eterno. Il Matrimonio ha lo scopo di sostenere l’amore umano che, come tutto ciò che è umano, rischia di fallire e, di fatto, spesso fallisce.

Gesù si è fatto bambino affidandosi all’amore umano e all’amore di tanti uomini …che non hanno saputo però impedire che finisse in croce. Nella sua apparente sconfitta, Gesù ha affermato che l’amore eterno esiste. Allo stesso tempo, Gesù ha innalzato il Matrimonio alla dignità di sacramento, ha reso eterno il nostro amore e perciò il nostro legame indissolubile.

Dobbiamo tornare tutti a valorizzare il Matrimonio, a coglierne la bellezza e la necessità. Ciò che si fonda solo su di noi non può durare, nemmeno l’amore. E dobbiamo riscoprire la necessità, del Sacramento del Matrimonio, ce lo chiedono non solo i nostri figli, ma tutti i bambini. Anche le separazioni, che oggi spesso appaiono inevitabili, non possono mai essere viste come qualcosa di normale, devono tornare a essere un’eccezione e dobbiamo capirne il dolore che sprigionano. Per questo occorre ridare valore la Matrimonio, alla preparazione che richiede e a tutte le forme di sostegno nei momenti difficili, iniziando dal sostegno che Gesù stesso offre tramite i Sacramenti.

 

2. Un bambino ha bisogno di una comunità. La famiglia è certamente importante, ma non basta. La famiglia deve essere sostenuta, a maggior ragione oggi, nella complessità del mondo in cui viviamo. Accenno appena alla necessità di assistenze sanitarie, scolastiche, economico-lavorative… Quello che voglio dire è che tutti siamo responsabili dei bambini, dei ragazzi e dei giovani. È un compito di tutti, anche di chi non ha figli, prenderci cura dei più giovani.

Gesù stesso si è aperto ad altri e la prima comunità che ha trovato è stata quella un po’ bislacca dei pastori, sappiamo infatti che i pastori non erano ben visti, guardati con diffidenza, vivevano estranei alla società, con stili di vita poco raccomandabili e non erano molto onesti… ma proprio loro hanno sostenuto Maria e Giuseppe. Crescendo Gesù ha chiamato i dodici e poi ha voluto la Chiesa, come comunità nella quale ogni bambino o ragazzo potesse crescere.

Non possiamo perciò mai pensare che il figlio sia un diritto: è un dovere, ma non solo per i genitori, è un dovere per tutti. Abbiamo il dovere di generare figli e di accogliere i figli degli altri: è un dovere anche per chi non ha figli. Se il primato dei genitori deve essere garantito (come immagine immediata dell’amore eterno), nondimeno dobbiamo tutti farci vicini per aiutare, orientare, sostenere la crescita dei più giovani. Cominciamo perciò subito a conoscere e sostenere i cammini educativi che la nostra Comunità e, soprattutto, i nostri oratori stanno proponendo.

 

3. Un bambino ha bisogno di una proposta. Non si cresce a caso, non si cresce spontaneamente buoni. Il male c’è e si insinua anche in noi e nei nostri piccoli: lo sappiamo. Anche i bambini hanno una loro libertà, che deve essere rispettata. La libertà, però, deve essere educata. Dobbiamo insegnare anche ai più piccoli a scegliere rafforzando la loro intelligenza e la loro volontà. Intelligenza e volontà, però, non servirebbero a nulla se non sappiamo accendere in loro il desiderio di qualcosa di grande e bello. Questo desiderio è la proposta di cui hanno bisogno. La proposta deve essere alta: è troppo poco e anche fuorviante proporre una vita agiata o tranquilla (che è impossibile), proporre di essere famosi e stimati, adulti o responsabili, cittadini onesti e rispettati…

Gesù si è fatto bambino e uomo per proporre se stesso come ideale. È lui il compimento di ogni vero desiderio umano. Ognuno di noi può trovare pienezza di vita solo in Gesù, nel suo spendersi per gli altri, riconoscendo il valore di tutti, anche degli umili, nella sua capacità di amare fino in fondo, fino alla morte.

Dobbiamo tornare a parlare di Gesù e a parlarne ai nostri figli. Non si tratta di imporre nulla, tanto meno di essere irrispettosi verso chi ha altre fedi. Gesù è troppo importante e i nostri figli hanno diritto di conoscerlo, di amarlo e di poterlo seguire.

Questo vuol dire difendere i nostri bambini e il nostro futuro.

Per questo Gesù si è fatto bambino.