QUARESIMA 2019/3

Cresce lungo il CAMMINO il suo vigore (Sal 84,8)

Che cosa occorre per un buon cammino

“Non esiste un vento favorevole, per chi non sa dove andare” (diceva Seneca). È importante avere una meta. Vivere significa sempre tendere verso qualcosa, verso una meta. Più alta la meta più grande è il valore della vita.

Invece succede fin troppo facilmente che siamo scontenti e ci lamentiamo della nostra vita, senza neppure sapere bene che cosa vogliamo, senza avere in mente una meta precisa. Succede di vivere (ma non è una vera vita) senza avere una meta.

Oppure abbiamo mete piatte, adagiate su sensazioni ed emozioni, basate su ricordi nostalgici del passato. Anche quando gli obiettivi ci sono, spesso sono a corto respiro. Siamo anche noi vittime del “tutto subito”.

Invece i risultati veri e benefici sono la conseguenza di cammini lunghi e protratti negli anni, fatti di scelte faticose, di rinunce, di sacrifici. Sono i passi piccoli, ma fatti con continuità nel tempo, che ci portano davvero lontano.

Non basta neppure una meta privata,  solo nostra, che dia senso solo alla nostra vita individuale. Una meta vera deve essere condivisa, deve essere raggiunta insieme, in un cammino di Chiesa dove ci aspettiamo tutti, tenendo il passo dei più lenti e dei più deboli, dove il più veloce aiuta gli ultimi, dove la gioia condivisa sostiene nelle difficoltà.

Una meta deve essere alta, bella attraente, capace di colmare la nostra vita nella sua pienezza e dare una risposta a tutte le nostre domande e a tutti i nostri desideri, anche quelli più difficili come le domande sul male e sulla morte e i desideri di comunione profonda e di amore.

Perciò la nostra unica e vera meta può essere solo Gesù. Solo il vivere come Lui e con Lui, emozionarsi come Lui, pensare come Lui, parlare e proporre come Lui, relazionarci come Lui, agire come Lui, come farebbe Lui se fosse al nostro posto, nelle nostre situazioni: amare come Lui e con Lui!

Ma Gesù deve essere seguito fino in fondo. La meta che è Gesù coincide con il punto d’arrivo della sua vicenda umana, coincide con la croce! E poi prosegue fino alla risurrezione e l’ascensione al cielo, per donare lo Spirito santo e tornare alla fine dei tempi. Ma dopo sarà Dio stesso a portarci. Il nostro cammino ha come meta Gesù e la sua croce!

Ciò significa che il nostro cammino è in salita, è duro, faticoso e vuole arrivare fino all’amore vero e compiuto, fino al dono di sé, un dono totale definitivo, come solo la morte (ma come quella di Gesù) sa esprimere. Significa che solo con Gesù possiamo arrivare, solo Lui può portarci a questa meta, alla sua meta.

don Maurizio