ESERCIZI SPIRITUALI 2019-2

CREDEVO… DI CREDERE

SECONDA MEDITAZIONE:
CREDEVO… LA PREGHIERA

Rembrandt: Giacobbe e l’Angelo, Gemäldegalerie, Berlino (1659)

SALMO 140 (139)

1Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.

2Liberami, Signore, dall’uomo malvagio,

proteggimi dall’uomo violento,

3da quelli che tramano cose malvagie nel cuore

e ogni giorno scatenano guerre.

4Aguzzano la lingua come serpenti,

veleno di vipera è sotto le loro labbra.

5Proteggimi, Signore, dalle mani dei malvagi,

salvami dall’uomo violento:

essi tramano per farmi cadere.

6I superbi hanno nascosto lacci e funi,

hanno teso una rete sul mio sentiero

e contro di me hanno preparato agguati.

7Io dico al Signore: tu sei il mio Dio;

ascolta, Signore, la voce della mia supplica.

8Signore Dio, forza che mi salva,

proteggi il mio capo nel giorno della lotta.

9Non soddisfare, Signore, i desideri dei malvagi,

non favorire le loro trame.

Alzano 10 la testa quelli che mi circondano;

ma la malizia delle loro labbra li sommerga!

11Piovano su di loro carboni ardenti;

gettali nella fossa e più non si rialzino.

12L’uomo maldicente non duri sulla terra,

il male insegua l’uomo violento fino alla rovina.

13So che il Signore difende la causa dei poveri,

il diritto dei bisognosi.

14Sì, i giusti loderanno il tuo nome,

gli uomini retti abiteranno alla tua presenza.

Gloria…

PAROLA DI DIO

Gen 25

19Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. 20Isacco aveva quarant’anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l’Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano, l’Arameo. 21Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché ella era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. 22Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella esclamò: «Se è così, che cosa mi sta accadendo?». Andò a consultare il Signore. 23Il Signore le rispose:

«Due nazioni sono nel tuo seno

e due popoli dal tuo grembo si divideranno;

un popolo sarà più forte dell’altro

e il maggiore servirà il più piccolo».

24Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco, due gemelli erano nel suo grembo. 25Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. 26Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando essi nacquero.

[…]

29Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. 30Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito». Per questo fu chiamato Edom. 31Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura». 32Rispose Esaù: «Ecco, sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?». 33Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. 34Giacobbe diede a Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura.

Genesi 27

1Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi». 2Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. 3Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per me della selvaggina. 4Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire».

[…]

18Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». 19Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Alzati, dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». 20Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». 21Ma Isacco gli disse: «Avvicinati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no». 22Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù». 23Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse.

[…]

30Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello. 31Anch’egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: «Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire». 32Gli disse suo padre Isacco: «Chi sei tu?». Rispose: «Io sono il tuo figlio primogenito, Esaù». 33Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l’ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi l’ho benedetto e benedetto resterà». 34Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». 35Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione che spettava a te». […]

41Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: «Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe».

Genesi 28

10Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. 11Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. 12Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. 13Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. 14La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. 15Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».

16Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». 17Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». 18La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. 19E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.

20Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, 21se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. 22Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima».

Genesi 32

4Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nella regione di Seir, la campagna di Edom. 5Diede loro questo comando: «Direte al mio signore Esaù: “Dice il tuo servo Giacobbe: Sono restato come forestiero presso Làbano e vi sono rimasto fino ad ora. 6Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi, di schiavi e schiave. Ho mandato a informarne il mio signore, per trovare grazia ai suoi occhi”». 7I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: «Siamo stati da tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé quattrocento uomini». 8Giacobbe si spaventò molto e si sentì angustiato; allora divise in due accampamenti la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i cammelli. 9Pensava infatti: «Se Esaù raggiunge un accampamento e lo sconfigge, l’altro si salverà».

Genesi 32,23-33

23Durante quella notte egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. 24Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. 25Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». 28Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». 29Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». 30Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. 31Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». 32Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. 33Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quell’uomo aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.

PREGHIERA

Vieni di notte,

ma nel nostro cuore è sempre notte:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio,

noi non sappiamo più cosa dirci:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,

ma ognuno di noi è sempre più solo:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni, figlio della pace,

noi ignoriamo cosa sia la pace:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci,

noi siamo sempre più schiavi:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,

noi siamo sempre più tristi:

e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a cercarci,

noi siamo sempre più perduti:

e, dunque, vieni sempre, Signore,

Vieni, Tu che ci ami:

nessuno è in comunione col fratello

se prima non è con Te, o Signore.

Noi siamo lontani, smarriti,

né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:

vieni, Signore,

vieni sempre, Signore.

       (David Maria Turoldo)

DOMANDE PER RIFLETTERE

– Hai mai “lottato”, faticato, pianto per pregare? Quali sono stati i miei avversari più duri, i momenti più difficili nella mia vita? Che ruolo ha avuto la preghiera?

– Che cosa hai paura che emerga dalla preghiera? Qual è la tua verità che non vorresti mai far emergere? Che cosa, invece, di bello potrebbe emergere dalla tua preghiera

– Quali cambiamenti sono già avvenuti in te grazie alla preghiera? In Che cos chiedi di cambiare?

ESERCIZIO DELLA GIORNATA

– Sforzati di trovare qualche tempo in più di preghiera oggi e vivilo meglio che puoi, allontanando distrazioni e vincendo fatiche.

– Scrivi o racconta a una persona che ti è cara la tua verità più profonda: inizia da ciò di cui ti vergogni e arriva a i tuoi desideri più belli.