QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA

Cresce lungo il CAMMINO
il suo vigore (Sal 84,8)
IL VIGORE

Avete mai provato a morire? Mi direte di no. Ma moriamo tante volte e in tanti modi. E non è detto che quanto noi chiamiamo morte sia quella definitiva e totale: è molto peggio la morte dell’anima, la morte eterna.

Il Vangelo di oggi ci racconta della morte di Lazzaro e di Gesù che incontra questa morte che si è diffusa tra tutti, tra le sorelle, i Giudei e i discepoli.

Lazzaro è morto perché ormai non ha più alcuna speranza. Finché era ammalato speravano che Gesù lo guarisse, così come ha guarito il cieco nato, ma ora che è morto non c’è più nulla da fare. E con Lazzaro ci sentiamo morti tutti.

Ci sono situazioni nella vita in cui ci sentiamo come morti, senza più alcuna forza, senza neppure la forza di sperare. Ci è mai capitato?

Sono situazioni nella quali non ci importa più di nulla, non abbiamo più voglia di fare nulla, di tentare più nulla. Non vogliamo sentire nessuno, né provare più niente, solo lasciar perdere tutto.

A volte viene e anche voglia di abbandonare questa vita, di fare un gesto irrimediabile… ma il più delle volte ci abbandoniamo a quello che capita, adagiandoci su quello che al momento viene da fare, sapendo che non ci porterà da nessuna parte, che ci rovinerà, ma allontanando questo ogni altro tipo di pensiero. Ci sentiamo falliti su tutti i fronti, ma neppure pensiero ormai ci preoccupa più. Il cammino della nostra vita si interrompe, con la sensazione chiara che non potrà più riprendere. Mancano le forze, manca il vigore. E non sappiamo più come riprenderlo, né ci importa riprenderlo.

Abbiamo già vissuto momenti simili a questo?

Anche il nostro cammino penitenziale, in questa Quaresima, può incappare in momenti così: viene voglia di lasciar perdere, di non fare più fatica, di rinunciare a tutte le penitenze, tanto non serve più a nulla, ogni sforzo sarebbe inutile.

 

In questa situazione c’è solo una cosa che può salvarci, anzi c’è solo qualcuno, solo un incontro può salvarci.

Solo un incontro può ridarci vigore, ma questo incontro deve avere alcune caratteristiche.

 

  1. Per riprendere vigore occorre l’incontro con qualcuno che ci ami e ci ami davvero, che ci ami fino al punto di compromettersi per scendere al nostro livello e condividere la nostra situazione di morte (e di peccato), che arrivi fino al punto di perdersi con coi, di morire come noi e con noi, di provare tutto di noi… tutto tranne il nostro peccato, perché tutto questo lui lo fa per amore. Un incontro chi sa piangere per la nostra morte, e prova quel dolore che noi non proviamo più

 

  1. Per riprendere vigore dobbiamo incontrare qualcuno che, amandoci come abbiamo appena detto, ci chiami. Qualcuno che ci incontri, che ci venga incontro e ci chiami a seguirlo, a camminare con lui, a condividere la sua missione. Noi non sappiamo bene perché chiami proprio noi. Anzi, ci possiamo anche un po’ arrabbiare perché avrebbe potuto anche svegliarsi prima, e chiamarci prima, quando avevamo ancora forze. Non capiamo così che in quel modo non lo avremmo davvero seguito, ma solo un po’ imitato, ma per inseguire ancora i nostri progetti che ora sono falliti. Nonostante questo ci lasciamo stupire dal fatto che lui ancora ci chiami.

 

  1. Per riprendere vigore occorre qualcuno che ci ami e ci chiami e ci proponga di amare fino in fondo. Qualcuno che ci dica che la nostra vita vale, vale al punto che può essere donata, donata totalmente. Qualcuno che ci proponga di morire, sì, ma non per fuggire questa vita, bensì per fare della nostra vita un dono totale. Ma per far fare della nostra vita un dono dobbiamo riprendere il nostro cammino.

 

Tanti di noi, amando, possono amare e chiamare chi si trova in situazioni di morte, senza vigore. Ma solo Gesù ci può proporre di seguirlo fino alla morte, fino ad attraversare la morte!

 

Io penso questo. Penso che Lazzaro, da quattro giorni nel sepolcro, mentre ormai non aveva più neppure la forza di esserci, era un nulla, il nulla della morte… penso che Lazzaro, sentendo quel grido “Lazzaro, vieni fuori!” abbia intuito, magari contro voglia, che qualcuno stava scuotendolo da quella morte che lo aveva annullato e gli diceva di non restare in una morte inutile, ma andare a vivere e morire con Lui e per Lui.

Lazzaro è morto e poi è tornato in vita. Dopo un banchetto a Betania che seguirà il suo ritorno in vita di Lazzaro non sappiamo più nulla. Alla fine sarà morto ancora. Ma io penso che sia morto con Gesù e per Gesù, penso quindi che goda della vita eterna.

 

don Maurizio