OMELIA PER LA TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

OMELIA PER LA TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

Sorprende questa pagina di Vangelo e mette in imbarazzo. Cosi come sorprende il Vangelo quando dice che Gesù scacciò i mercanti dal tempio (cfr Gv 2,13-22) oppure quando dice ai Didici “Volete andarvene anche voi?” (Gv 6,67) dopo aver manifestato la durezza della sua proposta. Sorprende un Gesù così duro, probabilmente anche arrabbiato, che non usa mezzi termini nel dire a quei Giudei che sono figli “del diavolo”. Come mai questa reazione? Sembra sia molto preoccupato.

Anche Paolo rivela di essere stato preoccupato. Nell’Epistola di oggi fa capire di aver avuto timore che la fede dei cristiani di Tessalonica non superasse le prove e le tribolazioni, che si afflosciasse, appiattisse a un modo di pensare e di vivere “mondano”, cioè che non si lascia raggiungere dalla novità di Gesù e del suo Vangelo.

Anche la pagina dell’Esodo parla di una grande preoccupazione perché Dio dice a Mosè che il popolo di Israele è tornato agli idoli, a un vitello di metallo fuso, vanificando quello sforzo di liberazione dalle schiavitù dell’Egitto e dei suoi idoli. Anche qui Dio, come Gesù nel Vangelo, appare arrabbiato e vuole distruggere quel popolo infedele. Ma Mosè ricorda Abramo per affermare la fedeltà di Dio al suo amore.

Perché dunque Gesù si arrabbia? Perché è preoccupato?

Si arrabbia forse perché vede nei Giudei l’azione del diavolo, menzognero e omicida.

Menzognero perché distorce la realtà, la riduce, appiattendo. “cosificando” quel Dio vivo. Dio, il Dio di Gesù, il vero Dio, è un Dio vivo, un Dio che vuole incontrarci, parlarci, stare con noi. Un Dio che ama e stimola, anzi provoca. Non possiamo ridurlo a una serie di precetti, di cose da fare. La fede, la nostra fede, non può appiattirsi a qualche messa a cui assistere, a qualche preghiera da recitare, a qualche spicciolo da fare ai poveri, per poi fare le nostre scelte di vita secondo criteri estranei al Vangelo. Dio non è al nostro servizio, un Dio che dovrebbe risolvere i nostri problemi, far andar bene i nostri progetti. Dio vuole stare con noi, costruire con noi suoi progetti e realizzarli insieme a noi. Dio vuole incontrarci e camminare con noi, ma per guidarci su strade che nemmeno immaginiamo. Questo è il vero Dio!

Perché dunque Gesù si arrabbia? Perché è preoccupato?

Si arrabbia forse perché vede nei Giudei l’azione del diavolo, menzognero e omicida.

Omicida perché spegna ogni vitalità. Gesù vede in quei Giudei l’azione del diavolo, nemico della vita. Un’azione che può giungere (e di fatto giungerà) a uccidere, a eliminare fisicamente credendo così di poter tornare ai propri comodi e piatti stili di vita. È omicida nel senso che appiattisce la vita, smorza ogni desiderio bello, ogni tentativo di amare veramente e di fare della propria vita un dono.

La nostra fede, se non è la fede che Gesù ci propone, può essere così: una fede che ci uccide tutti lentamente, che spegne ogni forma di carità e amore, che vuol tenere tutto e, peggio ancora, tutti sotto controllo.

Invece la fede che Gesù ci propone è una fede viva, che si rinnova continuamente grazie all’ascolto della sua Parola (“Se rimanete fedeli alla mia parola, allora siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità è la verità vi farà liberi”).

La fede in Gesù si nutre di incontri con Lui, di esperienze d’amore che possiamo vivere grazie ai Sacramenti. Possiamo vivere grazie al nostro Battesimo, che dice la costanza dell’amore di Dio per ciascuno di noi; grazie alla Cresima che, ci responsabilizza; grazie a questa Eucaristia, che ci fa sperimentare il dono di Gesù fino alla croce; grazie al Perdono sacramentale, che ci permette di ripartire nonostante lo schifo del nostro peccato; grazie alla bellezza del Matrimonio, che trasforma il nostro amore rendendolo davvero eterno.

La fede in Gesù apre a una vita che non termina con la nostra morte fisica, ma lancia un amore che altri, tanti altri, tutti gli altri possono raccogliere e rilanciare.

Il diavolo vuole uccidere tutto questo. E vuole usare noi per farlo. Capire perché Gesù si arrabbia?

Gesù vede in quei Giudei una fede ripiegata sul passato o, peggio ancora, su se stessi, sulle proprie false sicurezze, sul rispetto di precetti di cui non si capisce più il senso, sul fatto di appartenere al popolo di Dio ritenendolo un privilegio, e non una responsabilità. Per noi, invece, l’essere cristiani è una responsabilità.

Quei Giudei si richiamano ad Abramo e alla sua fede, ma Abramo ha avuto una fede grande perché Dio lo ha aperto al futuro. Lui sognava, inseguiva una promessa che Dio gli aveva dato, immaginava una terra e una discendenza, soprattutto viveva nel rapporto con Dio e guardava avanti! Gesù ci dice che Abramo è arrivato persino a vedere il suo giorno, cioè il giorno di Gesù (suppongo sia la sua Pasqua, il suo passaggio dalla morte alla vita).

Gesù ci propone una fede che sappia guardare avanti, che sappia immaginare una vita ricca d’amore, una Chiesa che testimoni la Comunione, un mondo di pace. La fede deve permetterci di guardare avanti. Ci butta, sì, nel mondo con tutte le tribolazioni, le fatiche, i dolori, le contraddizioni e i peccati. Ma ci butta con il seme della Parola da spargere, con l’esperienza da rinnovare sempre dei Sacramenti, che confortano e sostengono, con la prospettiva di un amore che apre, non falsifica, non uccide. Ma ama.

Capite perché Gesù si arrabbia?

Cogliete la bellezza di quella fede che Gesù ci propone? Avete capito come viverla?

don Maurizio

Sono qui, Signore,
guardami,
parlami, urlami,
toccami, scuotimi.

Non permettere
che la mia fede si appiattisca,
che tutto si riduca
a precetti da osservare,
a preghiere da recitare,
a piccole penitenze da vivere,
a una vita già pianificata da governare.

Scuotimi perché appaia in me
la verità che solo dalla Tua Parola si sprigiona.

Scaldami perché si sprigioni in me
quell’amore che solo Tu sai offrire.

Spingimi perché possa buttarmi anch’io
nella mischia di chi soffre e lotta ogni giorno
per vivere, per costruire qualcosa di bello…
Ispirami parole di fuoco da seminare,
che diffondano il Tuo amore,
che aprano alla speranza.
Insegnami parole che scaturiscano
da esperienze vere
di condivisione, di fede, di carità.

Dammi una fede viva
che si nutra e si rinnovi costantemente
nell’ascolto fedele della Tua parola
e nell’incontro frequente con Te
nei Sacramenti.

Insegnami a sognare,
a guardare avanti,
a immaginare una vita piena d’amore,
del tuo amore,
a costruire una Chiesa nuova,
viva, unita, testimoniante,
a progettare un mondo nuovo,
di pace, di condivisione,
di incontro vero con tutti.

Vieni e arrabbiati ancora con me,
perché possa cambiare la mia vita
e quella di chi incontro,
per costruire con Te
un nuovo progetto d’amore.