OMELIA PER LA FESTA PATRONALE 2021

OMELIA PER LA FESTA PATRONALE 2021

Mi pace contemplare Maria che muove i suoi passi verso Elisabetta.

Vi invito a farlo con me, per imparare come muove i passi chi è stato raggiunto e toccato dall’amore di Dio, per capire come possiamo anche noi muovere i nostri passi e vivere in questo mondo, in questa realtà ancora così triste, non tanto per l’epidemia, ma per le tante fratture e gli infiniti conflitti che ci affliggono, ci coinvolgono, ci sfibrano e frantumano.

Maria muove i suoi primi passi, dopo che è stata raggiunta da Dio, dallo Spirito santo che l’ha resa madre. É sempre di Dio il vero primo passo!

Maria ha già mosso il suo primo passo dicendo “sì” al Signore. Perché è questo il primo vero passo che dobbiamo fare tutti: dire “sì” al Signore, lasciarci toccare da Lui, trasformare dal costante incontro dei Sacramenti.

Ora Maria muove i suoi passi per condividere la gioia con altri che sono stati toccati dalla grazia. Perché anche i nostri primi passi devono essere mossi nella Chiesa, condividendo la gioia di scoprirci amati dal Signore.

E Maria muove i suoi passi verso chiunque abbia bisogno. Perché noi credenti, come ci insegna la festa che stiamo celebrando, siamo quelli del primo passo, che non stanno tanto a questionare, ma si rimboccano le maniche si muovono, aiutando, mettendo in pratica la carità.

Ma come sono questi passi di Maria? Vorrei guardarli con più profondità per farli anch’io. Vorrei imparare a muoverli come lei. Vorrei, anzi, che la nostra Comunità li muovesse come li ha mossi Maria e come ancora li muove nella Chiesa.

Maria non si accontenta di fare qualche passo, ne muovi tanti, compie un cammino lungo, un pellegrinaggio. Ancora di più, muove i suoi passi veloci, corre. Non solo, quando arriva da Elisabetta, i suoi passi generano un canto (il Magnificat, lo abbiamo ascoltato nel Vangelo). Anzi, anche se il Vangelo non lo dice, io sono convinto che i suoi passi, la sua corsa, il suo canto si siano trasformati in una danza.

Ecco, io oggi vorrei contemplare la danza di Maria, e vorrei provare a danzare con lei, vorrei anzi che tutti imparassimo a danzare con Maria. È la danza della vita, la danza dell’amore, la danza della carità.

So bene di non essere un Roberto Bolle e l’epoca in cui facevo ballare i ragazzini in Oratorio è ormai lontana. Penso che se ora provassi a muovere qualche passo ritmato ne uscirebbero solo movimenti impacciati e sgraziati. Vorrei però che la mia vita fosse come una danza, vorrei che i passi che sono chiamato a muovere verso Dio, verso la Chiesa e ogni credente, verso chiunque abbia una qualche necessità, diventassero passi di danza. E vorrei che lo fossero anche i vostri passi.

E come sono i passi di danza?

Sono passi che si imparano. Sono, anzi, un incontro di spontaneità e di esperienza. Chiedono di essere provati e riprovati, non solo per sapere come muoverci, ma per liberarci da tante remore e impicci che ci frenano, dobbiamo superare tante tentazioni, tanti egoismi, tante voci che ci dicono di pensare prima a noi stessi. Dobbiamo liberarci dai legami dell’individualismo, che ci illudono di renderci più liberi e ci bloccano in noi stessi. Il nostro primo pensiero è bene rivolgerlo non a noi stessi, ma all’amore del Signore, accorgerci che è Lui che ci invita alla danza. Lui e Maria e tutti i santi, la Chiesa intera, ci invitano a danzare.

I passi di danza, poi, sono passi che ci coinvolgono pienamente. Non si può ballare solo eseguendo alcuni movimenti con il corpo, dobbiamo coinvolgere tutto il corpo, in ogni sua cellula, e la tutta la mente, con i ragionamenti e i pensieri e i desideri, e il cuore, con tutti i suoi sentimenti e le decisioni… tutto di noi deve muoversi, avvolto e sostenuto dall’amore di Dio. Tutto di noi stessi vive e si anima in armonia e si lascia trascinare dal ritmo di Dio.

I passi di danza sono passi che coinvolgono tanti altri, che invitano tutti a danzare, ad amare, ad avvicinarsi a chi ha bisogno, a scoprire la danza di Dio.

I passi di danza sono leggeri. Quando accogliamo davvero e con il cuore l’invito del Signore e di tutta la chiesa, la nostra vita diventa leggera. Le pesantezze, le fatiche, le preoccupazioni, le sofferenze rimangono, ma sono affrontate con la leggerezza dell’amore. Noi diventiamo persone che è bello incontrare, con le quali è possibile sorridere, avere una pausa nella pesantezza della vita, che aprono la speranza…

I passi di danza sono belli, manifestano un’armonia con se stessi e con il mondo, un’armonia che nasce dall’armonia con Dio e che è possibile perché ci lasciamo avvolgere dal suo amore.

I passi di danza sono belli, esprimono la bellezza della vita, ne esprimo una specie di splendore che la mostra a tutti come qualcosa di bello e possibile a chiunque.

I passi di danza sono belli, rimandano a una totalità, a una pienezza di vita, che coinvolge tutto di noi, tutta l’umanità, tutta la storia, anche gli angeli e i santi.

Io non posso invitarvi a concludere questa Messa con un grande ballo. Purtroppo la nostra cultura ha ridotto il ballo e la danza solo ad alcuni ambiti e l’ha quasi esclusa dalla liturgia. Ma vorrei che scaturisse per tutti la bellezza che solo una danza sa esprimere adeguatamente. Per questo oggi facciamo festa.

Penso anzi che sia proprio lo stile della danza quello che più di tutto ci permetta di uscire da tutte le brutture che ci opprimono ancora.