OMELIA III domenica di Avvento 2021

OMELIA III domenica di Avvento 2021

28 novembre 2021

Oggi la parola di Dio ci invita a contemplare il disegno di Dio che trova in Gesù il suo compimento. Le profezie e le promesse che vengono fatte nel Primo Testamento si realizzano in Gesù. Lo fanno in modo inaspettato, imprevedibile e sorprendente. Ci fanno scoprire un Dio vicino, così vicino come non riusciamo neppure a immaginarcelo.

Mi sembra che le letture proposte oggi oggi ci aiutano a riconoscere la straordinaria vicinanza di Dio facendo attenzione a ciò che è piccolo. Invitano così anche noi a farci piccoli, piccoli per farci vicini a tutti.

L’apostolo Paolo, nell’Epistola, esprime la sua tristezza perché il suo popolo, quello ebraico, non riconosce Gesù come Cristo. Paolo sa bene che il popolo ebraico, è un grande popolo. Non è grande dal punto di vista dei potenti, non è grande come i Romani che stanno dominando il mondo. È molto più grande perché è destinatario dell’attenzione e delle promesse di Dio. Ma coloro che Paolo chiama fratelli e consanguinei, cioè gli ebrei, non si accorgo che le promesse di Dio si compiono in Gesù. Forse si aspettavano un Messia grande dal punto di vista umano, un potente, capace di schiacciare tutti e punire. Ma la grandezza di Gesù si rivela nel piccolo. Perché solo nel piccolo scopriamo che Dio è davvero vicino.

La lettura di Isaia ci parla un grande, un potente della terra. Ci parla di Ciro, re di Persia, che ha sconfitto i Babilonesi permettendo agli Ebrei di tornare in patria. È probabile che lui non abbia fatto più di tanto caso a quel popolo, anzi, a quell’accozzaglia di gente un po’ strana, ancora attaccata alle sue tradizioni religiose così diverse da quelle di altri popoli. Certamente Ciro non conosceva il Dio di Israele e, tanto meno, poteva credere in Lui. Isaia, però, ci dice che il Signore è il solo Dio, è Lui che ha fatto tutto, Lui guida la storia, Lui libera il suo popolo. Ciro – per quanto grande – è solo uno strumento. Quel piccolo popolo ha un Dio che lo rende davvero grande!

Alla fine del brano troviamo un breve inno di speranza, diventato famoso nella preghiera di noi credenti e nella liturgia. Dio è colui che si fa vicino come la pioggia, che feconda la terra e le permette di dare frutti. Dio è il bene, è la salvezza, che rende la nostra vita capace di far fruttare la giustizia e l’amore. Sembra che un po’ di pioggia non abbia conseguenze, sia poca cosa, è una piccolezza! Però la pioggia rende feconda la terra, le permette di dare frutti. Gli uragani e le inondazioni, al contrario, sono solo devastanti, non producono nulla, distruggono.

Proviamo e a immaginare di essere come una terra impregnata di pioggia o di rugiada. Anzi, consideriamo il fatto che già siamo inzuppati non tanto di pioggia, ma di quell’amore di Dio che è lo Spirito santo. Questo amore ci permette di fare cose apparentemente impossibili, di amare anche quando sembra non ci sia più speranza, di amare anche i nemici, di poterci spendere pe gli ultimi, anche se non abbiamo più nulla, rende fertile anche il cuore più arido. Ecco: Dio è vicino a noi così, è in noi, ci impregna di sé e del suo amore, ci rende fecondi d’amore.

Anche il Vangelo ci parla di un uomo grande. Giovanni battista è u vero grande, molto più grande di Ciro e di tutti i potenti di questo mondo. Non ha avuto paura di sfidare Erode. Egli stesso attendeva un Messia potente, che sapesse far tacere i prepotenti di questo mondo. Ma Gesù, fin da quando inizia la sua cosiddetta vita pubblica, lo spiazza. Non libera il Battista dal carcere dove è ingiustamente finito, non castiga i cattivi e gli oppressori, non stravolge i potenti. Giovanni Battista, dubbioso, dal carcere manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se è davvero Lui il Messia. Gesù, come risposta, mostra la sua capacità di farsi piccolo, di farsi vicino agli ultimi, di ridare speranza ai deboli. Gesù fa capire che la sua grandezza si rivela nel farsi piccolo, accanto a chi è piccolo, vicino alle nostre piccolezze, pronto a sanare ogni nostra miseria. Non solo, ma dice a tutti che “il più piccolo del regno di Dio è più grande di Giovanni”, perché chi è piccolo sa farsi vicino a tutti.

Anche noi allora possiamo farci vicini. Non occorre essere potenti, ricchi, particolarmente dotati, basta aver preso consapevolezza di questo Dio che si è reso vicino a noi e ci ha impregnato del suo amore.

don Maurizio

“Stillate, cieli, dall’alto
e le nubi
facciano piovere la giustizia;
si apra la terra
e produca la salvezza
e germogli insieme
la giustizia.”    
(Is 45,8)

Vorrei essere piccolo,
Signore,
piccolo come te.
Non aspiro a grandezze,
a onori, successi.
Vorrei essere piccolo,
come i piccoli di questa terra,
che si possono permettere
di stare accanto agli ultimi,
ai poveri, ai peccatori.

Vorrei essere piccolo
come gocce di pioggia,
che impegnano la terra
e la rendono feconda;
piccolo
per impregnare d’amore
– d ’amore fecondo –
ogni zolla di questo mondo.
Vorrei essere piccolo,
come l’aria
che invade ogni anfratto,
e purifica e rinnova;
come il tuo santo Spirito,
che penetra i cuori.

Vorrei essere piccolo
perché non mi basta
farmi vicino,
ma desidero entrare
nei tessuti di questa vita,
e far germogliare
la tua misericordia.

Vorrei essere piccolo,
piccolo come te.
Amen.