CELEBRAZIONE PER I DEFUNTI IN TEMPO DI COVID

CELEBRAZIONE PER I DEFUNTI IN TEMPO DI COVID

6 marzo 2022 ore 16.00 Cimiteri di Pero

Omelia

Possiamo e, perciò, dobbiamo ripartire da qui. Da quando Gesù è morto in croce ed è risorto, la morte è diventata possibilità per ripartire. A condizione di restare con Gesù, a condizione di lasciarci guidare dalla forza dello Spirito santo. Senza Gesù la morte è solo il fallimento totale. È la vittoria del Nemico per eccellenza, il diavolo, che vuole solo disgregarci, metterci l’uno contro l’altro, creare imposizioni, farci perdere la Speranza… ucciderci, nello spirito e non solo nel corpo.

Vogliamo ricordare i defunti in tempo di Covid. Non solo i morti a causa del virus, ma anche quelli che sono morti perché sono venute meno cure adeguate, e quelli che sarebbero morti comunque. Di una parte non abbiamo neppure potuto celebrare le Esequie.

Avremmo voluto dire i loro nomi, ma sono tanti, troppi (oltre 250!), e rischieremmo di dimenticarne alcuni, senza contare il fatto che non siamo ancora fuori da questa epidemia, anche se ormai non è più al primo posto nelle nostre attenzioni e ci fa meno paura. Vogliamo ricordarli oggi perché la loro morte è occasione per ripartire.

Non vogliamo ricordare solo i nostri defunti, di Pero e Cerchiate. Questa epidemia ha ucciso tante vite umane ovunque in Italia e nel mondo, ha distrutto economie, ha isolato persone, ha svuotato adolescenti, ha schiacciato fanciulli, ha lasciato sili anziani, ha impoverito tanti cuori. Fin dai primi tempi papa Francesco diceva che ne possiamo uscire solo tutti insieme.

Non è facile essere tutti insieme, è un cammino… una delle prime tappe per esserlo è quello di venire qui, al cimitero, per essere tutti insieme, prima di tutto con i nostri defunti, con coloro che sembrano il simbolo della vittoria del male, della morte, delle forze disgregatrici, del diavolo.

Ci sono altri morti che oggi attirano la nostra attenzione, per il momento sono ancora relativamente distanti. Ma si stanno avvicinando e ci spaventano. Sono gli uccisi dalla guerra e dalle infinite violenze diffuse nel mondo. Oggi prendono il nome di Ucraini, uccisi per strani giochi di potere. Ma io comprenderei anche i soldati russi, mandati a uccidere e a morire per gli stessi giochi. Devo ricordarli perché, anche dal massacro di una guerra, solo se lottiamo per essere uniti ne verremo fuori.

Dobbiamo ripatire da qui, dalla comunione con i defunti, che possiamo celebrare ora, grazie alla morte di Gesù.

Il cammino che ci attende è molto lungo, perciò non possiamo perdere tempo. Dovremo percorrere sentieri di pace, di giustizia, di solidarietà, di condivisione, di dialogo.

I primi passi di questo cammino sono passi penitenziali, come questa Quaresima ci insegna. Riprendiamo con un cammino penitenziale.

Indico tre passi:

Il primo passo è quello del riconoscimento dei nostri peccati. Dobbiamo riconoscere di aver mancato troppo, di esserci rinchiusi nei nostri interessi di parte, di aver voluto affermare noi stessi, di aver spesso cercato un successo personale, di aver giudicato e criticato, di aver usato giochetti e insulti per far cadere l’avversario, di esserci tirati indietro nei momenti in cui altri avevano bisogno, di non aver avuto fede, di non aver osato stare accanto a chi soffre, di non aver saputo rischiare, di non aver pregato abbastanza… di aver ceduto di fronte alle infinite seduzioni che il diavolo (cioè il “divisore”) ci ha messo davanti.

Dobbiamo aiutarci l’un l’altro, senza giudicare mai nessuno, dobbiamo aiutarci a superare i nostri peccati. Non possiamo permetterci di giustificarli o di banalizzarli.

Il secondo passo è quello delle rinunce e privazioni. I tempi difficili ci chiedono di saper condividere non solo il superfluo, ma anche molto di quanto ci sembra necessario. Non possiamo accontentarci di dare i nostri scarti, dobbiamo scegliere di essere tutti più poveri, per arricchirci della nostra umanità, per cercare l’essenziale, l’incontro a tu per tu con le persone, l’aiuto concreto a chiunque abbiamo una necessità. E per far questo dobbiamo essere pronti a rinunciare tante nostre comodità e a tante sicurezze. E dobbiamo rinunciare a tan te privilegi, dovuti al caso o alla situazione che viviamo. Dobbiamo farci vicini a tutti, poveri con i poveri.

Il terzo passo è quello dell’attesa paziente. È importante camminare insieme. Per far questo dobbiamo saper aspettare, senza mai criticare, ma stimolando, chi non si decide a muovere i passi con noi, chi non capisce o non vuole capire. E tutto questo senza perdere tempo.

Dobbiamo iniziare subito, qui da questo cimitero, in comunione con i nostri e con tutti i defunti, perché la loro vita fa parte di noi.

Le ceneri che imporremo al termine della nostra celebrazione sono il segno che accettiamo il cammino penitenziale di questa Quaresima. Chi se la sente potrò ricevere le ceneri.

don Maurizio