FESTA PATRONALE DI PERO: alcune riflessioni per tutta la Comunità
Piantala. Piantiamo dunque!
Da dove cominciamo?
Se dobbiamo piantare qualcosa di bello, se vogliamo che cresca, da dove cominciamo? Che cosa dobbiamo piantare di bello?
Piantiamo anzitutto la Parola, intendo la Parola di Dio. È necessario che la Parola di Dio cresca nel nostro cuore nella nostra vita. È indispensabile riprendere in mano le Sacre Scritture, la Bibbia, imparare a leggerla e a rileggerla insieme. Permettere allo Spirito santo di sprigionarsi ancora dalla meditazione di quanto lì scritto.
Non è un compito facile, ma è indispensabile. E dobbiamo farlo tutti. Anche i più piccoli, anche gli anziani. Anche i più istruiti e chi si ritiene ignorante. Se non piantiamo la Parola di Dio nella vita e nel cuore rischiamo di piantare qualcosa che non dura, perché non parte da Dio e quindi è destinato a fallire.
Una grande occasione per coltivare la Parola è data dal Corso biblico che, inizierà mercoledì 2 ottobre, e continuerà per altri quattro mercoledì; ci aiuterà a leggere la bellissima lettera ai Filippesi.
Piantiamo, poi, uno stile evangelico, caratterizzato da un vero stile evangelico, da una profonda stima per tutti. Questo era ed è lo stile di Gesù. Diffondiamo intorno a noi la capacità di valorizzare ciascuno. Alleniamoci ad andare oltre la diffidenza e il sospetto (che possono rimanere, solo se trasformati in saggia prudenza) e aiutiamoci a cogliere che cosa ognuno può offrire di bello all’altro, senza pretendere nulla, ma aiutandoci e accompagnando. Facciamoci vicini alle situazioni di bisogno, ma non da chi dall’alto aiuta i meno dotati e i più sfortunati, bensì da persone che si fanno compagne, consapevoli di essere peccatori e piene di difetti.
Questo stile è un compito di tutti, di tutti coloro che vogliono piantare qualcosa di bello, di tutti coloro che vogliono vivere da credenti in questa Comunità e in questa realtà di Pero. Non dobbiamo aspettare che siano gli altri a fare per primi o che sia la parrocchia a partire (anche se possiamo e dobbiamo stimolare affinché questo avvenga), ma dobbiamo cominciare a vivere così in casa, con i vicini, con chi incontriamo andando al lavoro o svolgendolo, con chi troviamo nel tempo libero… ovunque. Ogni situazione deve diventare occasione per condividere lo stile del Vangelo.
Suggerisco infine (ma l’elenco potrebbe continuare) di piantare la Comunità. Ovviamente non nel senso di lasciarla, ma di coltivarla di volerle bene.
Anche questo non è un compito facile. Dobbiamo vincere la tentazione (tipica dell’individualismo di oggi) di rinchiuderci nei nostri problemi, di andarcene per i fatti nostri, di stare solo con quelli che ci trattano meglio (salvo poi cambiarli quando si stancheranno di noi… o noi di loro!). Dobbiamo con pazienza far ripartire continuamente questa Comunità, con le persone di oggi, con le caratteristiche di oggi, con le potenzialità che oggi abbiamo a disposizione e con i difetti che oggi si manifestano. È un lavoro doveroso e faticoso e che non darà soddisfazioni immediate, ma che ci farà dire, tra alcuni anni, che anche in questa Comunità il Signore ci ha fatto crescere.
Ma cominciamo a piantare.
don Maurizio