Terza meditazione

Terza meditazione

NON ABBIATE PAURA!

Esercizi Spirituali

28-29 marzo 2017

3. Predicate

Mt 10,5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. 11In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 12Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. 14Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. 15In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sodoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città. 

 

Raccogliamo alcune indicazioni che Gesù offre a coloro che manda per far conoscere il Vangelo. L’evangelista le mette in ordine per la sua comunità, che vive nei territori di Israele, ma sono preziose per tutti i credenti, tutti chiamati e mandati a evangelizzare.

Sono quindi indicazioni valide anche per te. Rileggiamole insieme.

 

A chi portare il Vangelo (vv 5b-6)

L’evangelista dice di rivolgerci a quelli che abbiamo vicino. Invece al termine del suo Vangelo Gesù, ormai risorto, dirà di andare in tutto il mondo. Ma per ora si comincia da chi abbiamo vicino. Comincia anche tu dalle persone che hai più vicino, da quelli che sono in casa con te. Più ancora, comincia da te stesso, accogli tu il Vangelo e condividilo subito con i tuoi cari, con quelli che fanno parte della tua vita, le tue fatiche e con i tuoi sogni, poi allargati agli amici,  ad altri parenti,  ai vicini,  ai colleghi, ecc.  Il Vangelo non è da vivere solo in certe circostanze,  ma anche quando sei in casa,  quando sei stanco  e hai voglia di riposare e startene solo o con persone che ti vogliono bene. Il Vangelo si vive e si annuncia così.

Che rapporto hai con i tuoi cari? Preghi in famiglia? E con i tuoi amici?

Condividi la tua fede con tutti costoro? Ne parli?

Condividi anche il tuo amore?

 

Che cosa dire e fare per evangelizzare: il bene fino all’impossibile (vv. 7-8a)

Non ti si chiede di fare tanto le prediche, ma più semplicemente di “dire”, ma nel senso che devi proclamare, rendere noto a tutti che “il regno dei cieli è vicino”, cioè devi far sapere che il Signore è con te, ed è bellissimo, e tu puoi dirlo perché ti ha chiamato a sé. Quello che devi proclamare è un “regno”, cioè una situazione, uno stato, che è vicino perché possibile, realizzabile: grazie a Gesù è possibile una situazione fatta di amore, di relazioni buone.

Devi far del bene, mettere in atto quel poter di vincere il male e di cui abbiamo già detto nella seconda meditazione. Puoi arrivare anche a fare l’impossibile (come ha fatto Gesù) o comunque ciò che nessun altro osa più fare, risuscitando i morti e curando i lebbrosi, prendendoti cura di coloro di cui nessuno si preoccupa più. Non devi mai chiudere la porta in faccia a nessuno, mai nasconderti dietro la scusa che non puoi farci più nulla.

Ti accorgi che il “regno dei cieli” è vicino?

Di chi sei chiamato a farti carico già oggi? Chi sono quelli che vorresti evitare e che invece il Signore ti affida? Quale aspetto dell’evangelizzazione ritieni impossibile per te?

 

Lo stile per evangelizzare: gratuità, povertà e fiducia (vv. 8b-10)

Queste sono le indicazioni più importanti: per evangelizzare lo stile è più importante dei contenuti, perché lo stile rimanda a Gesù più di quanto dici o fai. Ti vengono offerte tre indicazioni di stile.

Lo stile di fondo è la gratuità. Le logiche “commerciali” sono umane, non divine e comunque non valgono per i credenti i quali sanno di aver già ricevuto, e ricevuto tutto. Gratuità nel senso che non hai neppure bisogno di sentirti dire un grazie. Tutto ciò che sei chiamato a fare nella vita è solo un restituire, ma in realtà è più profondamente un ringraziare, condividendo ciò hai ricevuto.

Importantissimo è lo stile della povertà e dell’essenzialità. Non ti occorrono tanti mezzi. Il Vangelo di Matteo (a differenza di altri Vangeli) esagera dicendo che il discepolo non deve avere “né sandali, né bastone”. È per far capire che anche gli strumenti più normali e quotidiani possono far deviare su ciò che conta. Le ricchezze e gli strumenti sono pericolosi perché rischiano di far credere che la salvezza stia in quelle cose lì o, peggio, nei soldi. Solo facendoti povero puoi accostarti ai poveri. Su questo aspetto abbiamo ancora molta strada da fare. E anche la pastorale delle nostre comunità dovrebbe riflettere di più.

E poi lo stile della fiducia, in Dio e in tante altre persone. La povertà non serve a nulla se poi ci preoccupiamo e siamo affannati. Un po’ di fiducia per il domani è importante e se andrà male, vorrà dire che avremo la possibilità di far vedere l’amore di Dio in mezzo alla sfortune umane… Poter dipendere dagli altri, dalla loro generosità è un modo per non volerli usare, ma valorizzare, ma è soprattutto un segno per dire che vogliamo dipendere sempre più da Dio.

Questo ti fa capire che il modo di evangelizzare passa attraverso il quotidiano, la vita e le scelte di tutti i giorni. Ogni tuo respiro può annunciare il Vangelo, più di tante prediche e riunioni.

Come vivi la gratuità, la povertà, la fiducia?

Quale fai più fatica a vivere? Quale ti spaventa di più?

Hai già fatto qualche passo su questi stili di vita?

Conosci persone che hanno scelto di vivere così?

 

Che cosa dire e fare per evangelizzare: rapporti personali e semplici (vv. 11-12)

Devi vivere il Vangelo nei modi più quotidiani. Cercando di capire con chi puoi condividere i tuoi pasti, la tua abitazione, le tue cose. Ma anche ricevendo tanta accoglienza.

L’evangelista ti invita a ricercare “chi sia degno”,. Non penso sia solo il comando a verificare se le persone che ti accolgono solo degne. Credo che qui Gesù ti inviti a cercare e a riconoscere la dignità di ciascuno, perché ogni uomo o donna ha la dignità dei figli di Dio. Tu riconosci, dunque, questa dignità in ciascuno.

Accetta l’accoglienza che ti viene offerta da queste persone degne, corrispondi dando il tuo contributo, un contributo concreto, economico, ma anche di amicizia, di ascolto, di disponibilità…

Offri sempre il tuo saluto e sia sempre un saluto rispettoso, capace di creare pace, armonia, di superare tutte le inevitabili tensioni.

Ti viene proposto uno stile ben diverso da quello quotidiano che ci troviamo a vivere.

Uno stile semplice e, proprio perché semplice, anche provocatorio.

Come ti sembrano questi inviti?

Li trovi adatti alla tua situazione? Credi che possano diffondere il Vangelo?

Prova a scrivere o a dire che cosa è già possibile per te.

 

Serietà dell’evangelizzazione (vv. 13-15)

Gli ultimi versetti del brano di oggi sono particolarmente forti, sembrano una minaccia. In realtà fanno capire quanto sia importante il Vangelo. Non è affatto impossibile che la nostra società si distrugga, così come è successo per Sodoma e Gomorra. Gesù ti sta dicendo che la situazione è seria e che c’è davvero bisogno di Vangelo. La proposta deve esse fatta. Se qualcuna la accoglierà, allora potrà essere un seme di speranza per tutti.

Far conoscere il Vangelo è quindi una questione troppo seria, certamente più del nostro lavoro e – oso dire – anche più dei nostri affetti. Lavoro e affetti, ma anche i nostri riposi e le nostre feste, e persino le prove e le sofferenze della vita, sono tutte occasioni attraverso le quali possiamo far conoscere il Vangelo, dire che il regno dei cieli è vicino, che il Signore comunque ci propone di vivere nella sua misericordia, qualunque sia la nostra situazione. Far capire questo non è compito solo dei preti, dei missionari, delle suore, è compito anche tuo, qualunque sia il tuo stato di vita e il ruolo che ti trovi a ricoprire, chiunque tu sia.

Hai capito l’importanza di evangelizzare?

Hai capito che cosa puoi già fare?

Che cosa provi per chi rifiuta il Vangelo o per chi non accoglie più neppure il tuo saluto?

Capita anche a te di rifiutare – non per distrazione – il saluto di altri?

 

Ecco allora alcuni esercizi da fare in questa terza giornata.

  • Puoi rispondere alle domande scritte in corsivo, come già suggerito altre volte.
  • Leggi e rileggi la pagina di vangelo proposta, cercando di approfondire le indicazioni date per renderle concrete e vivibili nella tua situazione.
  • Scegli uno stile di vita che, da oggi, ti impegnerai a cambiare, affinché la tua vita possa mostrare un po’ di più la bellezza del Vangelo
  • Prega per chi annuncia davvero con la sua vita i Vangelo, per chi invece con la sua vita lo contraddice, e per chi lo rifiuta. Prega anche per te chiedendo di poterlo davvero annunciare con la vita e le parole.

 

Scegli tu almeno uno tra questi esercizi e vivilo con impegno e gioia oggi.